Allarme Onu clima: i rischi del riscaldamento globale

L’ultimo rapporto del panel delle Nazioni Unite che si è riunito di recente per discutere del cambiamento climatico in Corea del Sud prospetta uno scenario apocalittico. Il Riscaldamento globale della Terra ha toccato (e quasi) superato il punto di non ritorno: manca solo un grado e mezzo, che con l’attuale livello di emissioni potrebbe essere raggiunto entro il 2040. Il gruppo di esperti ONU ha lanciato l’allarme: se non si corre subito ai ripari, le conseguenze saranno gravi e “dirompenti” per l’intero ecosistema.

I rischi del riscaldamento globale

Cosa potrebbe succedere se il trend delle emissioni di gas serra dovesse essere lo stesso anche nei prossimi anni e, insieme al loro livello, continui a crescere il riscaldamento globale della Terra? Le conclusioni a cui sono giunti i 91 scienziati chiamati dall’Onu per discutere ed elaborare soluzioni è che, se si va oltre il grado e mezzo (livello ormai raggiunto) gli ecosistemi più fragili potrebbero scomparire del tutto (ad esempio quelli dell’Oceano Pacifico o delle coste) così come le barriere coralline. Per non parlare dei rischi a cui siamo esposti nuovi uomini: 420 milioni di persone patiranno le conseguenze della siccità, mentre circa 10 milioni di individui dovranno affrontare inondazioni e alluvioni di enormi proporzioni.

I dati raccolti dagli scienziati ONU sono allarmanti: il riscaldamento globale ha raggiunto livelli ormai altissimi.Come evitare il peggio

Cosa si può fare per contenere il livello del riscaldamento globale entro il grado e mezzo ed evitare che aumenti, causando disastri ambientali in varie parti del mondo? Secondo gli scienziati reclutati dall’Onu servono misure immediate e soprattutto drastiche. Tra le altre cose, si dovrebbe puntare ad una vigorosa decarbonizzazione dell’economia globale, con l’eventuale introduzione di una tassa sull’anidride emessa nell’atmosfera (con un costo che potrebbe sfiorare i 5.500 dollari per tonnellata). Una tassa così esosa non verrebbe mai accettata, a partire dagli Stati Uniti, per non parlare della Cina. Lo sforzo di riconversione chiesto agli Stati è immane, ma non abbiamo altra scelta. Chiunque, nel suo piccolo, può contribuire, avendo ben chiaro che l’obiettivo è uno: la salvezza dell’intera umanità.