La normativa nei lavori pubblici

La normativa dei lavori pubblici ha le sue fondamenta nell’articolo 97 della Costituzione che segna i principi a cui il legislatore deve attenersi nel regolamentare la materia. In esso è stabilito che i pubblici uffici devono essere organizzati in modo da assicurare il buon andamento e imparzialità dell’amministrazione assicurando il rispetto delle norme dell’Unione Europea.

normativa-lavori-pubbliciNel settore di fondamentale importanza è la legge quadro sui lavori pubblici, ovvero la n° 109 del 1994 anche detta legge Merloni. Questa legge nasce dopo tangentopoli allo scopo di contrastare il fenomeno corruttivo in Italia e ha subito nel tempo delle modifiche volte anche a recepire le normative comunitarie nel settore.

I principi su cui si fonda questa legge sono indicati nell’articolo 1 che stabilisce i criteri a cui devono attenersi le Pubbliche Amministrazioni ovvero: efficienza, efficacia e tempestività utilizzando procedure che abbiano trasparenza e correttezza rispettando le normative comunitarie e la libera concorrenza tra gli operatori.

Al fine di assicurare il rispetto delle norme, è stabilita l’istituzione dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici con sede a Roma. I compiti sono di vigilanza sull’esecuzione dei lavori pubblici affinché rispettino tutti i criteri delineati e affinché non si procurino danni all’erario pubblico. Per eseguire le sue funzioni ha ampi poteri ispettivi e può avvalersi dell’Osservatorio sui lavori pubblici che è organizzato anche in sedi regionali. Ciò assicura una rete capillare di controllo che dovrebbe tutelare da una gestione poco consona agli interessi pubblici.

Il rispetto dei criteri è assicurato anche dall’obbligo, previsto dall’articolo 14 della legge, di stilare e rendere noto da parte delle amministrazioni, il programma triennale dei lavori pubblici. Lo stesso deve essere seguito e può essere derogato solo in caso in cui si verifichino eventi calamitosi o urgenze che richiedano un intervento tempestivo anche se non programmato. Nel piano triennale dei lavori pubblici devono essere indicati anche i costi delle opere e le fonti da utilizzare per il finanziamento delle stesse. Il programma deve essere trasmesso anche all’Autorità e all’Osservatorio sopra citati.

La legge Merloni prevede che per il procedimento di affidamento del lavori pubblici debba essere seguita la legge 241 del 1990 che delinea le fasi del procedimento amministrativo, nel quale di primaria importanza è la VIA (valutazione di impatto ambientale) e la conferenza dei servizi necessaria quando più amministrazioni siano coinvolte in una determinata opera pubblica.

Per l’affidamento dei lavori pubblici sono previste diverse modalità, la prima e più frequente è la procedura aperta a cui tutti gli operatori che corrispondono ai requisiti possono partecipare e fare la loro offerta. L’amministrazione appaltante può procedere anche ad affidamento tramite procedura ristretta, in questo caso vengono invitate a presentare le offerte solo alcune imprese che corrispondono ai requisiti previsti.

Qualunque sia la procedura scelta per affidare l’incarico, le commissioni devono tenere conto di una serie di fattori indicati nell’articolo 21 e in linea di massima il criterio principale è quello del prezzo più basso, ma nel caso in cui l’offerta sia inferiore del 20% rispetto al valore medio delle altre offerte, la garanzia prevista per l’aggiudicatario è aumentata del 50%. Queste norme hanno lo scopo di evitare offerte troppo basse rispetto agli effettivi oneri solo per ottenere l’appalto con il rischio che l’esecuzione non venga portata a termine.

Per approfondimenti in materia, si consiglia il libro dell’avvocato Giampiero Martini “Guida alla legislazione dei lavori pubblici”.