Sarahah: ecco come funziona e a cosa serve la nuova app

Una nuova applicazione sta spopolando, soprattutto tra i giovanissimi: si chiama Sarahah, e permette di inviare messaggi in forma anonima.

C’è una nuova applicazione, che ultimamente va di moda sui social: si chiama Sarahah, ed è stata ideata da Zain al- Abidin Tawfiq, un giovane saudita il cui obiettivo era di fornire agli impiegati uno strumento per poter comunicare in maniera onesta e diretta con i propri datori di lavoro. Ma Sarahah potrebbe nascondere qualche pericolosa insidia, visto che permette a chiunque di inviare messaggi di vario contenuto in forma del tutto anonima. Chi li riceve non ha neppure la possibilità di replicare.

Chi utilizza Sarahah

Abbandonato il suo scopo originario dopo la creazione di un sito apposito nel 2016, la nuova app impazza tra gli adolescenti e risulta tra le più scaricate nel mondo. I social network sono stati determinanti per la sua diffusione: gli utenti dei social hanno subito approfittato della possibilità di inviare e ricevere feedback anonimi su qualsiasi argomento. Scaricabile dal 13 giugno scorso, oggi il servizio conta circa 20 milioni di visitatori al giorno, e gli utenti registrati sia sul sito che sulla app ammontano a più di 14 milioni. Il Paese in cui la app ha ottenuto un maggiore riscontro è il Medio Oriente, ma va forte anche negli Usa, in Canada e nei Paesi europei.

Sarahah, nuova app che permette di inviare e ricevere messaggi anonimiCome funziona Sarahah

Il successo di questa app sta nella sua semplicità: utilizzarla infatti è semplice, ha lo stesso meccanismo di un social network. Inviare messaggi anonimi, però, potrebbe trasformare questa applicazione in un’arma pericolosa, nelle mani di bulli o di persone che vogliono diffondere odio e malcontento. L’ideatore rassicura sul fatto che l’intento di Sarahah è buono, e che i messaggi negativi saranno tenuti sotto controllo. Ma al momento non ha ancora spiegato come farlo. L’auspicio è che si trovi presto un rimedio per selezionare i contenuti dei messaggi, per evitare che ad essere vittime di questo nuovo sistema siano i giovani più vulnerabili.