Agenda Digitale: è un termine che sentiamo usare sempre più spesso, ma in pochi sanno cosa significa precisamente. In pratica, si tratta di una strategia europea che impone al nostro Paese una forte spinta innovativa sul piano tecnologico entro il 2020.
Anche l’Italia nel 2017 ha varato un piano triennale che ha già raddoppiato la copertura della banda ultra larga, dato impulso all’industria 4.0 e promosso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, che entro il 2022 sarà in gran parte gestita online, facilitando di molto la vita a tutti i cittadini. Quali sono le novità previste nei prossimi quattro anni?
Creazione di uno Sportello Unico
Il punto di arrivo tra quattro anni è la creazione del progetto IO. Si tratta di uno sportello unico digitale, un’app per smartphone dove fare tutto ciò che serve negli uffici pubblici. L’obiettivo è quello di eliminare ostacoli, tempi morti e sprechi.
Per fare qualche esempio: sarà possibile consultare l’esito degli esami del sangue, iscrivere i bambini al nido e pagare la Tari da casa in pochi minuti, senza mettersi in coda in fila o prendere permessi al lavoro per risolvere incombenze burocratiche. Il progetto sarà sperimentato alla fine dell’estate 2018 in diversi Comuni tra cui Milano, Cesena e Palermo, e si può già vedere come funziona su io.italia.it.
Gli enti devono pubblicizzarsi meglio
Anche se gli esempi virtuosi non mancano, c’è ancora tanto da fare. Si sta cominciando a lavorare sul coordinamento tra gli enti, per esempio nel settore della sanità che, essendo gestito a livello regionale, è più frammentato. Bisogna supportare le realtà più piccole che hanno poche competenze e puntare soprattutto alla semplificazione, visto che spesso i percorsi per accedere ai servizi online sono complicati, e scoraggiano i cittadini meno “digitali” e avvezzi alla tecnologia. Da quando Inps e Agenzia delle Entrate hanno reso disponibili i loro servizi sul web sono aumentati i cittadini che richiedono lo Spid, l’identità digitale per accedere.
Molti italiani non usano ancora Internet
A livello locale l’innovazione nel settore pubblico procede a macchia di leopardo: su 8000 Comuni ancora pochi (circa 2000) aderiscono all’anagrafe digitale, e lo stesso Spid spesso è attivo solo per pochi servizi. I motivi del ritardo non dipendono solo dagli enti, che stentano ad innescare un cambiamento culturale prima che tecnologico, ma anche dagli utenti, gli stessi cittadini che non si aspettano innovazione da parte di un settore (quello pubblico) percepito da sempre come inefficiente.
Spesso poi i servizi online non sono pubblicizzati e la gente non sa che può fare da casa quello che ha sempre chiesto allo sportello. Inoltre il 25% degli italiani non ha mai usato Internet e siamo agli ultimi posti in Europa per acquisti e lettura online, anche perché abbiamo un ritardo decennale in tema di banda larga e investimenti per le infrastrutture. Siamo invece tra i primi per la prenotazione online di viaggi e vacanze.