Bambini in salute oggi, adulti senza rischi domani

Un recente studio ha rilevato che se vi sono fattori di rischio cardiovascolari da piccoli o adolescenti, può insorgere un deficit cognitivo.

Che da piccoli e da adolescenti si pongano le basi per il futuro si sapeva, o quantomeno lo suggerisce il buonsenso. Ma ora a certificarlo arriva uno studio internazionale effettuato su 3500 soggetti che sono stati seguiti per ben 31 anni. L’interessante ricerca svolta da un team di ricercatori dell’Università di Turku (Finlandia), coordinati dalla dottoressa Suvi Rovio, specialista in neurologia, psichiatria e geriatria, ricercatrice presso il Centro di ricerca per medicina cardiovascolare applicata e preventiva presso la Facoltà di Medicina della medesima, ha valutato lo stretto legame esistente tra i fattori di rischio cardiovascolare nell’infanzia/adolescenza e le funzioni mentali nella mezza età.

Il cervello va "nutrito" sin da piccoli, per evitare che in età avanzata possano insorgere deficit cognitivi.Lo studio nel dettaglio

Il gruppo di studio finlandese ha preso in considerazione i dati del Young Finns Study, uno dei follow-up più vasti e dettagliati in questo campo, che ha seguito più di 3500 bambini a partire dal 1980 fino al 2011. I partecipanti, al momento della partenza dello studio, avevano un’età compresa tra i tre e i diciotto anni e misurazioni regolari della pressione sanguigna, del colesterolo, dell’indice di massa corporea e di altri parametri, tra cui l’abitudine al fumo, fino all’età di 24 anni. Cosicchè nel 2011 più di 2000 dei partecipanti, di età compresa tra i 34 e i 49 anni, sono stati sottoposti a test cognitivi, per valutare la memoria visiva e di eventi passati e a misurazione delle capacità di apprendimento visivo. E’ risultato che le persone con pressione e colesterolo elevati in gioventù, al raggiungimento della mezza età presentavano i dati peggiori in tutti i parametri considerati. I fattori di rischio cardiovascolari sono correlati perciò a problemi cognitivi nell’età avanzata, indipendentemente dal fatto che siano comparsi nell’infanzia, nell’adolescenza oppure da adulti.

Si raccoglie ciò che si semina

Insomma i risultati di tale studio non fanno che ricalcare il noto proverbio “si raccoglie quello che si semina”. Il deficit cognitivo è una delle principali cause di mortalità e di ridotta qualità della vita in età avanzata, per questo occorre prestare attenzione fin dai primi anni di vita e tenere costantemente sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare. Il cervello è un organo nobile che ha bisogno di essere rifornito di un adeguato apporto di sangue in ogni momento, e se questa possibilità si riduce o addirittura viene meno, ne consegue, con il passare degli anni, che la sua funzione principale (quella di integrare e assemblare tra loro le informazioni provenienti dall’esterno) viene ridotta, provocando l’insorgenza di deficit cognitivi anche piuttosto gravi.